Lo Stress eccessivo nelle organizzazioni
“La gestione moderna delle aziende non può ignorare la ricchezza umana come valore assoluto”.
Trascorriamo più di un terzo della nostra vita al lavoro. L’ambiente di lavoro e le relazioni che abbiamo con gli altri sono una componente essenziale della qualità del tempo trascorso sul posto di lavoro.
Tuttavia questa esperienza essenziale della nostra esistenza è spesso inquinata da uno stress eccessivo, derivante da vari fattori: contesto economico, cultura del ritorno sugli investimenti, negazione del sentimento personale a favore del risultato globale, mancanza di considerazione e riconoscimento dei dipendenti …
Motivazioni come l’arricchimento personale, l’eccessiva speculazione, la regola del profitto senza coscienza, producono l’ossessione per il materialismo negando il valore più grande: le persone.
Se invece si considera l’arricchimento non fine a se stesso ma un modo per agire, capire, vivere, si riesce ad utilizzarlo come un mezzo per migliorare l’esistenza umana.
Di fronte alla crescente concorrenza, negli ultimi anni le aziende hanno rivolto la propria attenzione a metodi, processi e tecnologie per razionalizzare la propria produzione e migliorare le proprie prestazioni. Ma questo approccio pur necessario ha in se dei limiti, perché rischia di portare uomini e donne che compongono l’azienda a spingere un po’ oltre i propri limiti, con la conseguenza spesso che aumenta lo stress in modo spropositato rispetto al necessario, a scapito della capacità dell’azienda di migliorare le proprie prestazioni, di riorganizzarsi e fronteggiare il nuovo. Si assiste per esempio tante volte a dei turnover eccessivi che significano perdita di esperienze, conoscenze e competenze non facilmente ricostruibili.
Calcolare lo stress
L’eccessiva tensione morale e fisica dei dipendenti, anche se ormai ufficialmente riconosciuta ed accettata a livello istituzionale e sanitario, purtroppo non è ancora considerata nella valutazione della redditività di misure o dispositivi che dovrebbero rafforzare la competitività o la reattività delle aziende.
Molte aziende si comportano sempre come se fossero in una finale sportiva, per prepararsi alla quale si concentrano esclusivamente sul miglioramento tecnico, senza valutare completamente le conseguenze a lungo andare per le persone che non riescono a mantenere sempre livelli di concentrazione e impegno di questo tipo, anche gli atleti non fanno sempre finali sportive, ma le preparano e le alternano a periodi di lavoro meno stressante, mentalmente e fisicamente. (vedi mio articolo: Overboost: https://tuocoach.wordpress.com/2017/08/25/overboost-umano/ )
Purtroppo rilevare l’impatto negativo dello stress sul business non è né facile o intuitivo e gli strumenti si devono ancora affinare, ma il riconoscimento del fenomeno non avviene soprattutto perché culturalmente non riconosciuto.
Riconoscere ed accettare lo stress
Riconoscere che si è sotto stress è ancora troppo spesso visto come l’ammissione di una debolezza. Questo vale per l’azienda nel suo insieme e per ciascun dipendente individualmente, quando si vive una situazione di stress.
Troppo spesso, “non resistere alla pressione” è sinonimo di esclusione. Lo stressato è considerato “colpevole” di essere in grado di controllarsi. Ogni manifestazione di stress osservata nell’altro sia collaboratore o leader dell’azienda, viene considerata negativa, non accettata e spesso per questo nascosta agli altri.
In generale il problema dell’adulto oggi, è quello di dover diventare a tutti i costi un adulto che non sbaglia. L’intera società spinge così tanto a essere in forma sempre, a non commettere errori. Questo limita la spontaneità e la creatività, essenziali invece per la vita ed in particolare la vita aziendale.
A forza di soffocare l’essere umano, con il pretesto della redditività, si rischia di dare vita ad una società di persone poco attive, talvolta nevrotiche, quando non ammalati. Questo non ha nessuna utilità futura e non porta ai miglioramenti che a parole tutti auspichiamo, agli atteggiamenti necessari ma positivi, che tutti si auspicano.
Lo stress sta diventando sempre più un ostacolo al miglioramento delle prestazioni e della competitività delle imprese. Per evitare questa trappola, le aziende devono non solo adottare un approccio preventivo, ma anche essere pronti a metterei in gioco giocare, smettendo di considerare lo stress come un fallimento individuale ma come frutto di un meccanismo errato e da rivedere.
La lotta contro i fattori di stress non può che provenire dalla volontà di dirigenti e imprenditori, Devono rendersi conto che per l’azienda è più efficace prevenire che guarire e che vinceranno davvero aiutando i propri dipendenti, favorendo una buona qualità di vita sul lavoro.
Ma riuscire a ridurre lo stress è un vantaggio per tutti.
I vantaggi per l’azienda e i dipendenti sono significativi e numerosi. Se tutti sono consapevoli di questi benefici, si possono fare grandi progressi anche sociali. (Luigi D’Arienzo – hr business partner e coach aziendale)