Coaching nelle PMI

Pubblicato: settembre 6, 2016 in coaching aziendale
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É palese che qualsiasi organizzazione non é tale senza gli individui che la compongono. Questa frase apparentemente retorica, deve diventare invece il “mantra” per chi, a qualsiasi livello gerarchico, nelle organizzazioni più o meno complesse, perde di vista la centralità dell’uomo, delle sue infinite capacità di inventare, modellare, scegliere, costruire.

Diventare consapevolezza per coloro che con superficialità, dimenticano che l’uomo é il bene primo per l’impresa e per la costruzione e la crescita dello “strumento “ azienda.

Queste persone che stabiliscono i requisiti per scegliere  direttamente o indirettamente i collaboratori, rischiano di minare fin dall’inizio la creazione, l’organizzazione, la crescita, di una impresa, se mancando di  una solida conoscenza del comportamento umano, non hanno nemmeno la  consapevolezza della necessità di essere  affiancati sin dall’inizio da qualcuno che abbia questa conoscenza e sia in grado di  renderla facilmente disponibile all’imprenditore.

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Qualcuno che attraverso una azione reale di coaching, riesca a stabilire una sinergia costruttiva, nella scelta dei collaboratori direzionali, che a loro volta, seguendo un canovaccio, ed affiancati, possano scegliere, coerenti con la mission, i quadri dirigenti, e via via i funzionari, tecnici, impiegati, operai, magazzinieri, carrellisti, etc…
La scelta oltre alla costante della competenza specifica, non può prescindere dalla consapevolezza del valore strategico rappresentato dal mix: .
La non consapevolezza della necessità di questa strategia, produce nel migliore dei casi, dispersione di energie, con ricadute negative su performance individuali e di impresa.

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Chiaramente in grandi imprese nazionali è questo un problema non frequente, ma dalle mie personali esperienze in piccole medie imprese, anche con buoni fatturati, ho acquisito la convinzione che il potenziale di queste aziende sia più grande di ciò che in realtà riescono ad ottenere, anche nei casi di raggiungimento di buon fatturato, si intravedono spesso maggiori capacità e soprattutto, meno stress, conflittualità e dispersione di energie.
Spesso nelle piccole imprese ( qualche volta anche i medie…) si osserva che l’organizzazione viene creata in modo casuale, basandosi inizialmente solo sul proprio vissuto e sulle esigenze di mansione e ruoli.
Dalla mia esperienza ho notato,che a volte anche scelte importanti su figure di rilievo, taluni imprenditori, le fanno su “sensazioni personali” consigliandosi talvolta con dipendenti ritenuti ” di fiducia” a che non necessariamente ne hanno le competenze.
Questo non vuol dire che la prassi non funzioni, ma che spesso non permette di raggiungere i risultati potenziali, creando perdite di energie, rallentamenti, stress.
Questa impostazione che definirei “spontanea” funziona, a mio avviso, quando l’imprenditore ha delle capacità acquisite o naturali nella scelta dei collaboratori, quando gli “capita” di assumere inizialmente in ruoli dirigenziali, delle persone con buone competenze, serene e motivate.
Anche in questi casi considerati “di successo” a volte é possibile osservare un “gap” tra ciò che l’impresa ha ottenuto nel tempo ed il suo potenziale reale.
Per questo credo che nelle piccole imprese ci sia la necessità di crescita culturale, ci sia bisogno di azioni di coaching, di affiancamento, sin dall’inizio di una start up, nei momenti di cambiamento, di passaggio generazionale, di rinnovamento, di crisi del mercato. É ovvio che questa consapevolezza non è facile da raggiungere ma oggi più che mai, può essere necessaria e utile. Certamente uno dei fattori che frenano lo sviluppo di questa consapevolezza, é il problema dei costi, che, essendo “nuovi” non rientrano nella normale routine delle spese aziendali, e non sono misurabili in termini immediati. Questo determina nella mente soprattutto dei piccoli imprenditori, l’idea errata, che sia una spesa in più, che non porti “ritorno economico”. Mentre invece seppur non immediatamente verificabile ( in alcuni casi il ritorno in realtà è subito visibile in termini qualitativi, ma non approfondirò,questo aspetto adesso), il ” prodotto ” della collaborazione nella costruzione, rinnovamento, adeguamento, di una azienda; è misurabile in termini di ritorno economico e di qualità.

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L’imprenditore che inizialmente sceglie, anche un po’ scetticamente, di essere affiancato per un periodo da un coach, si rende conto che la “ricchezza” in una azienda , rappresentata da persone intelligenti, equilibrate, comunicative, motivate; che un abbassamento delle conflittualità, un giusto livello di stress, il miglioramento del clima aziendale, favoriscono il “benessere” suo e dei collaboratori, a tutto vantaggio della produttività e della qualità del servizio reso al cliente.
(Luigi D’Arienzo)

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